Glucagone e dieta coerente
La dieta seguita da ogni paziente è implicata in interazioni con gli ormoni e tra questi anche il glucagone. La dieta non è solo il mezzo per la fornitura di carburante a un complesso meccanismo al fine del suo sostentamento; la dieta è una forma di comunicazione tra ambiente esterno e organismo. La dieta è modulata pertanto da una rete di retroazioni ormonali significative per tale interazione. Conoscere gli ormoni, le loro funzioni e soprattutto la loro modulazione è essenziale per stabilire quale dieta sia indicata per il soggetto esaminato. Il glucagone è un ormone secreto dalle cellule alfa nelle isole di Langerhans del pancreas. Il glucagone si contrappone all’ormone insulina e permette l’innalzamento del glucosio nel sangue. Se il livello ematico di glucosio scende sotto una certa soglia, le cellule alfa cominciano a secernere glucagone. Il glucagone attiva a livello epatico la destrutturazione del glicogeno ed un conseguente rilascio di glucosio nel sangue. Questo processo attivato dal glucagone è noto come glicogenolisi.
Al contrario, quando i livelli di glucosio sono elevati, la concentrazione di glucagone diminuisce attivando la glicogenosintesi. Inoltre a livelli di glicemia elevata viene attivata dal glucagone la glicolisi, ovvero il processo catabolico del glucosio stesso. L’ ormone antagonista del glucagone è infatti l’insulina che agisce in maniera opposta. L’insulina è un ormone proteico prodotto dalle cellule beta delle isole di Langerhans all’interno del pancreas e viene secreto quando il livello della glicemia è alto. L’organismo umano necessita di regolare la sua omeostasi in ogni momento della sua esistenza. Tra questi precisi equilibri c’è la necessità di mantenere costante la concentrazione ematica di glucosio. La presenza di una concentrazione di glucosio nel sangue, inferiore alla normalità, è avvertita dall’organismo che tramite l’ ormone glucagone provvede a una compensazione iperglicemizzante. Un altro ormone, l’adrenalina, ha lo stesso compito del glucagone, ma a differenza di questo l’adrenalina agisce soprattutto a livello muscolare.
Il livello massimo di glucagone viene raggiunto fisiologicamente durante il riposo notturno compatibilmente con i livelli glicemici. In efficienza omeostatica il glucagone provvede a una perdita media tra 400 grammi e 800 grammi di grasso corporeo a settimana ottenuta per liberare glucosio soprattutto durante le fasi notturne. Questa prestazione del glucagone è inibita da una dieta serale ricca di carboidrati e zuccheri. Pasti serali glicemici inibiscono a causa del feed back insulinemico laproduzione di glucagone. Un’ulteriore retroazione negativa sul glucagone viene operata dalla somatostatina, l’inibitore ormonale dell’ ormone della crescita GH. Il senso biologico di questa modulazione è dovuto alla minore richiesta notturna di glucosio se i processi di crescita e rigenerazione sono inibiti.
Il glucagone è dunque un ormone catabolico che eleva in vario modo la glicemia e che possiede un’acrofase circadiana notturna. Il glucagone è invece assente durante le finestre di attività dell’insulina.
Le caratteristiche del funzionamento del glucagone nel corpo umano permettono di modulare nella dieta i carichi di carboidrati in modo coerente durante l’arco delle ventiquattro ore. Salvo particolari patologie, le caratteristiche circadiane del glucagone definiscono favorevole un pasto serale proteico e particolarmente ricco di fibre. Al contrario la prima colazione dovrebbe essere preferibilmente ad alto tenore glicemico e a PRAL molto negativo. L’esame della composizione corporea evidenzia il buon funzionamento del glucagone tramite sequenze bioimpedenziometriche caratterizzate da valori adeguati della massa grassa. Nei pazienti con aumento della massa grassa invece, il ripristino del funzionamento corretto del glucagone coincide con sequenze bioimpedenziometriche caratterizzate da valori della massa grassa in riduzione.
La dieta è per molti pazienti lo strumento iniziale per la cura dei propri disturbi. La dieta prescritta dal medico non è certamente uguale per tutti i pazienti, ma richiede una personalizzazione coerente con la storia clinica e l’analisi di composizione corporea espressa dal singolo. Una delle caratteristiche fondamentali del trattamento tramite dieta coerente è la rilevazione strumentale dei parametri metabolici del soggetto preso in esame. Un alto livello di precisione ed efficienza nella valutazione della funzione metabolica permette di definire le condizioni di benessere ottenibili in dieta per il paziente. La nutrizione clinica è un approccio alla dieta basato sul calcolo del carico glicemico, i valori nutrizionali degli alimenti e la loro risposta sull’equilibrio acido base. Il calcolo del carico glicemico o GL Glicemic Load di un alimento è in grado di prevedere la risposta glicemica e quella insulinemica dell’organismo in seguito alla sua assunzione. Questo fattore dipende dalla qualità dei carboidrati contenuti nell’alimento e in particolare dalla rapidità con cui questi possano essere digeriti. La dieta in nutrizione clinica si valuta tramite un esame strumentale l’andamento della curva glicemica e il carico di acidità renale nelle ventiquattro ore in seguito all’assunzione di un alimento o di un pasto complesso. La dieta in nutrizione clinica può essere associata a trattamento con agopuntura e omeopatia. Il trattamento di una malattia tramite dieta in pazienti sottoposti a agopuntura e omeopatia, può essere parte di una gestione integrata del paziente. La prescrizione di una dieta in terapia non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale. Al contrario la dieta corretta a stabilisce con tutte le forme di medicina una virtuosa sinergia e una opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Farello, Roma