Cibi acidi e cibi alcalini
In nutrizione clinica la valutazione dei cibi acidi e cibi alcalini è essenziale per impostare sequenze nutrizionali coerenti la terapia del paziente. L ‘organismo umano attua giornalmente una serie di meccanismi di regolazione per controllare
l’omeostasi di numerosi parametri quali anche il pH. Il pH è una scala di misura dell’acidità di una soluzione acquosa. L’organismo ha come obiettivo primario quello del mantenimento del pH all’interno di un range molto ristretto. Questa necessità è ottemperata anche a scapito di altri parametri, organi o apparati, perché modeste alterazioni del pH non sono compatibili con la vita. Pur di mantenere il pH costante, l’organismo può pertanto anche ammalare. Questa priorità è di fondamentale importanza per comprendere la genesi di diverse patologie e le possibilità nutrizionali di interferire terapeuticamente. Un controllo delle conseguenze sul pH a seguito dell’assunzione di cibi e\o cibi alcalini è un pertanto un parametro rilevante della nutrizione clinica. Il PRAL o Potential Renal Acid Load di un cibo è calcolato in base al contenuto di tale cibo in proteine, fosforo, potassio, magnesio e calcio, tenendo conto delle capacità di assorbimento intestinale dei singoli microelementi. I cibi acidi sono gli alimenti a PRAL positivo, ovvero quelli in cui prevale la componente acidificante. I cibi alcalini sono quelli a PRAL negativo che hanno invece un carattere alcalinizzante. Il bilanciamento tra cibi acidi e cibi alcalini della nutrizione è indicativo per il benessere del paziente. I cibi acidi o alcalini della nutrizione agiscono tendenzialmente sul lungo periodo. Squilibri verso i cibi acidi nella nutrizione praticata con produzione netta di acido endogeno dipendono in misura preponderante dal tenore di acidi organici, valutato solitamente attraverso la misura dell’escrezione acida netta o NAE, Net Acid Excretion. L’utilizzo del PRAL per la valutazione del potenziale di cibi acidi indotto dalla nutrizione è indicatore di una dieta salubre e coadiuva il trattamento degli stati di acidosi metabolica. L’ambiente extracellulare dei fluidi corporei svolge l’importante compito di mantenere il pH rigorosamente entro i limiti fisiologici. A livello sanguineo la compatibilità con la vita è tra un minimo di pH 7,38 a un massimo di pH 7,42. Lo stretto controllo nel mantenimento del pH costante è il risultato di una sinergia di meccanismi per la regolazione in cui sono coinvolti sistemi di controllo propri nel sistema ematico e sistemi di regolazione a livello renale, intestinale e polmonare. Quando la concentrazione dello ione bicarbonato a livello sanguineo è inferiore al fabbisogno, allora entrano in gioco questi meccanismi. La nutrizione moderna è ricca di grassi saturi, di carboidrati, di proteine animali ma è povera di fibre e di minerali essenziali quali il magnesio e il potassio. La nutrizione, anche se ben bilanciata, comporta una produzione di acidi non carbonici nei fluidi extracorporei. I meccanismi tampone acido-base sono quindi essenziali nella neutralizzazione di questi acidi all’interno dei fluidi extracellulari. La misurazione del PRAL dei cibi acidi e alcalini per l’elaborazione della sequenza nutrizionale bilanciata è pertanto un parametro non più prescindibile da indicare ai pazienti e in prevenzione.
La nutrizione clinica oltre a rappresentare un presidio per la terapia è anche uno strumento di prevenzione importante. La nutrizione e la cura sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici. Il trattamento tramite nutrizione clinica è integrativo di altri strumenti di terapia.La nutrizione clinica richiede, esami strumentali, valutazione dei sintomi e delle cause, diagnosi, conoscenza dei rimedi adatti al paziente, conoscenza di tutte le altre forme di terapia per la quali la nutrizione clinica possa costituire alternativa o integrazione. Pertanto somministrare nutrizione clinica è atto medico e deve essere esercitata da un medico competente. Per la nutrizione clinica si consiglia di rivolgersi a un medico che operi solo tramite la verifica strumentale delle sequenze nutrizionali e delle terapie associate proposte al paziente. Sequenze nutrizionali basate solo sull’esperienza del medico, senza verifica strumentale della composizione corporea e degli altri parametri sono caratterizzate da imperfezioni metodologiche non necessarie. Il trattamento in nutrizione clinica del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale. Al contrario la nutrizione clinica stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Farello, Roma