Carico glicemico e pral
Il carico glicemico e il pral degli alimenti sono parametri rilevanti nella valutazione delle sequenze indicate in nutrizione clinica per il singolo paziente. Gli alimenti impiegati nella nutrizione clinica sono descritti principalmente da due parametri: Il carico glicemico e il Pral. La nutrizione è personalizzata alla composizione corporea del paziente con precisi carichi glicemici e PRAL degli alimenti impegnati nelle sequenze nutrizionali. La diagnosi differenziale tra diverse condizioni tramite la bioimpedenziometria è necessaria per stabilire il corretto impiego dei parametri indicati per l’alimentazione del soggetto esaminato.
Il Carico glicemico, Glicemic Load:
L’aumento della glicemia in seguito all’assunzione di un pasto è determinato dalla quantità e dalla qualità degli zuccheri assunti. Il carico glicemico o Glicemic Load GL è un valore che permette di formulare una previsione sull’andamento della curva glicemica in seguito all’assunzione di un alimento o di un pasto complesso. I carichi glicemici pari a 1 corrispondono all’assunzione di un grammo di glucosio. La regolazione del carico glicemico ha effetti positivi sul metabolismo di carboidrati, lipidi, amminoacidi. Contribuisce anche al miglioramento della funzione renale e favorisce una migliorata attività di fermentazione al livello del colon. Gli alimenti a basso carico glicemico, grazie all’aumento dei tempi di digestione, riducono inoltre l’appetenza.
Pral , Potential Renal Acid Load
Il PRAL di un cibo è calcolato in base al suo contenuto in proteine, fosforo, potassio, magnesio e calcio, tenendo conto delle capacità di assorbimento intestinale dei singoli microelementi. Gli alimenti a PRAL positivo sono quelli in cui prevale la componente acidificante, mentre quelli a PRAL negativo hanno un carattere alcalinizzante. Il bilanciamento acido-basico dell’alimentazione è indicativo per il benessere del paziente. Il carico acidificante o alcalinizzante dell’alimentazione agisce tendenzialmente sul lungo periodo. Squilibri acidificanti della dieta, la produzione netta di acido endogeno dipende in misura preponderante dal tenore di acidi organici, valutato solitamente attraverso la misura dell’escrezione acida netta (NAE, Net Acid Excretion) L’utilizzo del PRAL per la valutazione del potenziale acidificante indotto dalla dieta, produce delle indicazioni compatibili con qualunque indicatore di una dieta salubre, e coadiuva il trattamento degli stati di acidosi metabolica.
La nutrizione clinica oltre a rappresentare un presidio per la terapia è anche uno strumento di prevenzione importante. La nutrizione e la cura sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici. Il trattamento tramite nutrizione clinica è integrativo di altri strumenti di terapia. La nutrizione clinica richiede, esami strumentali, valutazione dei sintomi e delle cause, diagnosi, conoscenza dei rimedi adatti al paziente, conoscenza di tutte le altre forme di terapia per la quali la nutrizione clinica possa costituire alternativa o integrazione. Pertanto somministrare nutrizione clinica è atto medico e deve essere esercitata da un medico competente. Per la nutrizione clinica si consiglia di rivolgersi a un medico che operi solo tramite la verifica strumentale delle sequenze nutrizionali e delle terapie associate proposte al paziente. Sequenze nutrizionali basate solo sull’esperienza del medico, senza verifica strumentale della composizione corporea e degli altri parametri sono caratterizzate da imperfezioni metodologiche non necessarie. Il trattamento in nutrizione clinica del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale. Al contrario la nutrizione clinica stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Farello, Roma