Nutrizione clinica e stanchezza
La nutrizione clinica è utile nella stanchezza per elaborare strategie alimentari e stile di vita idonei a contrastarla. La stanchezza è un sintomo aspecifico presente in numerose condizioni morbose, che consiste in una riduzione significativa della forza muscolare e della forza emotiva necessarie a realizzare una intenzione. Tale stato non è necessariamente associato a dolore, ma il paziente spesso non può far fronte alle più piccole sfide della vita quotidiana. La stanchezza appartiene ai MUS ovvero Medically Unexplained Symptoms. Si tratta di un sintomo aspecifico comune a quasi tutte le malattie, anzi spesso le anticipa o caratterizza la loro conclusione. Tra le cause organiche più diffuse per la stanchezza ricordiamo le endocrinopatie, le malattie della tiroide, il diabete o le malattie autoimmuni. Anche una banale influenza può essere annunciata da stanchezza. Infine i disagi emozionali come la depressione o l’ansia possono altrettanto esprimersi con stanchezza. Il disturbo può essere però anche l’effetto collaterale di numerosi farmaci, necessari nel trattamento di malattie che in origine non sono caratterizzate affatto da stanchezza. La gravidanza o la convalescenza di molte malattie comportano invece fisiologicamente la stanchezza, debolezza o astenia. In questo ultimo caso però il sintomo non è l’espressione di una malattia, dipende bensì dai processi di riparazione che l’organismo mette in atto nella fase conclusiva o di recupero. A seguito della elevata aspecificità della stanchezza, la prima tappa per affrontarla consiste in una attenta valutazione medica delle sue cause. Mentre la stanchezza è altamente aspecifica nella sua espressione, certamente non lo sono le cause che possono indurla. Una diagnostica medica accurata deve stabilire cosa esattamente comporta l’insorgenza di questo disturbo. La terapia convenzionale è orientata principalmente alla eventuale malattia causale. Secondariamente e nei casi dove questo non contrasta con la salute del soggetto possono essere somministrati rimedi che contrastano il sintomo astenia e stanchezza ovvero i tonici.
L’approccio della nutizione clinica alla stanchezza è basato sul meccanismo fisiopatologico del disturbo. Infatti se molte malattie possono presentare tutte stanchezza questo può avvenire solo in seguito ad un processo fisiopatologico comune e condiviso. L’intervento della nutrizione clinica è orientato a supportare il malato proprio in relazione al meccanismo inducente stanchezza con un sequenza nutrizionale studiata per compensarlo. Pazienti diversi per assetto ormonale, composizione corporea e metabolismo produrranno una reazione diversa al cibo ingerito. Oltre precisi parametri però, rilevabili strumentalmente con l’analisi di composizione corporea, la risposta ad una nutrizione non equilibrata si esprime in una produzione di sintomi vaghi e aspecifici. Tra questi viene classificata appunto la stanchezza. In lingua anglosassone questi sintomi vengono denominati MUS ovvero Medically Unexplained Symptoms. La sequenza nutrizionale elaborata in nutrizione clinica è calcolata per ristabilire la fisiologia nei seguenti parametri: recupero della idratazione, abbassamento della infiammazione cronica, abbassamento della acidosi, abbassamento della ossidoriduzione, recupero della massa magra e recupero della circadianità nei feed back ormonali. Per la stanchezza è rilevante infatti l’inversione del feed back negativo tra tasso di cortisolo e produzione di CRH. L’eccessiva concentrazione di cortisolo secondaria a nutrizione errata, stress fisico e emotivo causa infatti il disturbo. Lo stress si elimina talvolta con difficoltà, ma nel frattempo è possibile nutrirsi con il preciso intento di compensarlo. Una sequenza nutrizionale corretta in nutrizione clinica dopo aver qualificato il soggetto esaminato, contribuisce alla riduzione dei sintomi vaghi e aspecifici e in particolare della stanchezza.
La nutrizione clinica oltre a rappresentare un presidio per la terapia è anche uno strumento di prevenzione importante. La nutrizione e la cura sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici. Il trattamento tramite nutrizione clinica è integrativo di altri strumenti di terapia. La nutrizione clinica richiede, esami strumentali, valutazione dei sintomi e delle cause, diagnosi, conoscenza dei rimedi adatti al paziente, conoscenza di tutte le altre forme di terapia per la quali la nutrizione clinica possa costituire alternativa o integrazione. Pertanto somministrare nutrizione clinica è atto medico e deve essere esercitata da un medico competente. Per la nutrizione clinica si consiglia di rivolgersi a un medico che operi solo tramite la verifica strumentale delle sequenze nutrizionali e delle terapie associate proposte al paziente. Sequenze nutrizionali basate solo sull’esperienza del medico, senza verifica strumentale della composizione corporea e degli altri parametri sono caratterizzate da imperfezioni metodologiche non necessarie. Il trattamento in nutrizione clinica del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale. Al contrario la nutrizione clinica stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Farello, Roma