Prevenzione come terapia e nutrizione clinica
Impiegando come presidio terapeutico di prevenzione la nutrizione clinica, si può procedere applicando strategie alimentaria sfruttando l’ elevata tollerabilità biologica. La nutrizione clinica è un metodo valido per affrontare l’alimentazione considerando la risposta glicemica nelle 24 ore e l’equilibrio acido-basico. Un basso carico glicemico del cibo può prevenire varie malattie fra cui diabete mellito, obesità, patologie cardiovascolari, disordini endocrini e immunitari. Gli alimenti a basso carico glicemico, grazie all’aumento dei tempi di digestione riducono anche l’appetito e permettono un migliore controllo dell’ingestione di cibo. Al contrario un alto carico glicemico del cibo ingerito, determina prima un rapido innalzamento e successivamente un altrettanto rapido abbassamento della glicemia favorendo pertanto l’insorgere della fame compulsiva. Anche la valutazione del valore acidificante o alcalinizzante dell’alimento rappresenta un parametro nutrizionalmente fondamentale, non solo per la prevenzione ma anche per la cura di diverse patologie. L’ attenzione alle interazioni tra cibo e malattia è negli ultimi anni diventata una esigenza sia della classe medica sia dei malati. Una accresciuta sensibilità alla tematica della terapia e della prevenzione con strumenti a basso impatto biologico contribuisce all’ importanza del metodo. La terapia dovrebbe iniziare sempre con una nutrizione coerente e impegnare strumenti più invasivi solo e quanto tale possibilità ha esaurito il suo potenziale. Oltre alla preferenza per una terapia non invasiva da parte del malato, anche i costi sociali dovuti a scarsa attenzione alla nutrizione non è più sostenibile. Neppure i paesi più ricchi possono ormai trascurare le ripercussioni di una nutrizione errata sui i costi economici sostenuti dai sistemi sanitari. La nutrizione clinica oltre a rappresentare un presidio per la terapia è anche uno strumento di prevenzione importante. La nutrizione e la cura sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici. Il trattamento tramite nutrizione clinica è integrativo di altri strumenti di terapia. La nutrizione clinica richiede, esami strumentali, valutazione dei sintomi e delle cause, diagnosi, conoscenza dei rimedi adatti al paziente, conoscenza di tutte le altre forme di terapia per la quali la nutrizione clinica possa costituire alternativa o integrazione. Pertanto somministrare nutrizione clinica è atto medico e deve essere esercitata da un medico competente. Per la nutrizione clinica si consiglia di rivolgersi a un medico che operi solo tramite la verifica strumentale delle sequenze nutrizionali e delle terapie associate proposte al paziente. Sequenze nutrizionali basate solo sull’esperienza del medico, senza verifica strumentale della composizione corporea e degli altri parametri sono caratterizzate da imperfezioni metodologiche non necessarie. Il trattamento in nutrizione clinica del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale. Al contrario la nutrizione clinica stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Farello, Roma