Dispnea e nutrizione clinica
La nutrizione clinica è utile nella dispnea (asma) per limitare il danno prodotto dall’infiammazione cronica con strategie alimentari atte a abbassarla progressivamente. La dispnea (asma) è una malattia infiammatoria cronica dei bronchi caratterizzata da episodi ricorrenti di respiro difficile come se attraversasse un’ostruzione. L’atto respiratorio è sibilante, fischiante, vissuto con ansia, senso di soffocamento e tosse.Tali episodi si presentano in modo recidivante, intervallati da latenza clinica caratterizzata da un relativo benessere. La dispnea (asma) coincide con una risposta alterata delle vie aeree a numerosi stimoli più o meno specifici. Il termine dispnea (asma) è applicato come sinonimo di dispnea o mancanza di respiro. Tali condizioni patologiche non implicano però necessariamente dispnea (asma), ma potrebbero essere conseguenza di bronchiti, enfisema o scompenso cardiaco. La definizione di dispnea (asma) implica l’infiammazione cronica dei bronchi con carattere di broncospasmo, ovvero la contrazione spasmodica della muscolatura liscia bronchiale tale da determinare l’ostruzione per il respiro. La dispnea (asma) può essere una conseguenza di una sindrome infettiva delle alte vie aeree che discende verso i bronchi. La principale alterazione fisiopatologica che determina la dispnea (asma) è la riduzione del calibro delle vie aeree indotta da molteplici cause. La dispnea (asma) si esprime indipendentemente dalle cause scatenanti attraverso diverse alterazioni della fisiologia respiratoria. Inizialmente la mucosa si manifesta l’edema ovvero il gonfiore della stessa dovuto all’infiammazione. Poi si produce un’ipersecrezione di muco più o meno difficile da espettorare e avviene la contrazione della muscolatura liscia bronchiale. Con il ripetersi degli attacchi di dispnea (asma) si manifesta anche una progressiva perdita dell’epitelio con rimodellamento delle vie aeree e iperattività bronchiale. Nella dispnea (asma) allergica il sistema immunitario reagisce compulsivamente al contatto con gli antigeni scatenanti, attivando i mediatori chimici dell’allergia come l’istamina, che provoca la broncocostrizione. Le cause della dispnea (asma) possono essere molteplici e sono in prevalenza rappresentati da:
Attivazione respiratoria intensa, inalazione di agenti chimici e\o tossici, inalazione di agenti biologici come acari, pollini e micofiti, infezioni da virus, batteri o miceti, inalazione di antigeni allergici ambientali, allergie alimentari, fattori climatici, inquinamento atmosferico, fumo, inquinamento alimentare, stress emozionale.
La diagnosi di dispnea (asma) bronchiale non presenta difficoltà qualora si presenti nella sua forma più caratteristica di broncospasmo e dispnea espiratoria. Nel caso non si presenti con questa forma caratteristica, sono necessarie le prove funzionali respiratorie come la spirometria. Durante tal esame il paziente deve soffiare in uno strumento denominato spirometro che fornisce informazioni sullo stato di ostruzione delle vie aeree. Bisogna differenziare la dispnea (asma) soprattutto dalla broncopneumopatia cronica ostruttiva nella quale l’ostruzione bronchiale è solo parzialmente reversibile. Il trattamento convenzionale della dispnea (asma) è sostanzialmente basato su farmaci broncodilatatori e cortisonici. Non esistono farmaci curativi ma solo sintomatici per la dispnea (asma). I trattamenti sono pertanto continuativi e permettono di controllare la malattia. La vaccinoterapia della dispnea (asma) su base allergica, può attivare nel tempo una migliore risposta immunitaria. I vaccini trovano indicazione solo nella forma allergica quando l’allergene causale è stato ben identificato e soprattutto se questo è stabile nel tempo.
La nutrizione clinica può integrare le terapie convenzionali della dispnea (asma) per limitare il danno prodotto dall’infiammazione cronica con strategie alimentari atte ad abbassarla progressivamente. In tale contesto è necessario anche contrastare l’acidosi associata all’infiammazione cronica. Le abitudini alimentari interferiscono in modo significativo con il corretto equilibrio del cortisolo. Stress e nutrizione inadeguata comportano, infatti, una disregolazione anche del ritmo circadiano dei glucocorticoidi. Il cortisolo dovrebbe esprimere la sua acrofase circadiana intorno alle nove del mattino e la sua batifase circadiana a mezzanotte. Alla presenza di stress sia endogeno, sia esogeno e a ritmi alimentari non coerenti, si assiste a un’alterazione dell’asse HPA. Questa è caratterizzata da perdita d’equilibrio tra gli ormoni CRH, ACTH e cortisolo. Gli effetti negativi di una circadianità perduta cortisolo e delle alterate retroazioni ormonali riguardano direttamente la malattia dispnea (asma). Una nutrizione coerente con le retroazioni ormonali determina anche una migliore risposta immunitaria e un recupero dei corretti feed back regolativi essenziali per la terapia della dispnea (asma). Il paziente alimentato con una sequenza nutrizionale, corretta da rapporti glicemici commisurati alla circadianità del cortisolo e soprattutto conservanti la massa magra, è contenuto nell’espressione sintomatica di dispnea (asma). La nutrizione clinica integra la terapia convenzionale della dispnea (asma) e può interferire favorevolmente tramite il ripristino dei feedback ormonali, contribuendo in tal modo a migliore gestione della malattia.
La nutrizione clinica oltre a rappresentare un presidio per la terapia è anche uno strumento di prevenzione importante. La nutrizione e la cura sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici. Il trattamento tramite nutrizione clinica è integrativo di altri strumenti di terapia. La nutrizione clinica richiede, esami strumentali, valutazione dei sintomi e delle cause, diagnosi, conoscenza dei rimedi adatti al paziente, conoscenza di tutte le altre forme di terapia per la quali la nutrizione clinica possa costituire alternativa o integrazione. Pertanto somministrare nutrizione clinica è atto medico e deve essere esercitata da un medico competente. Per la nutrizione clinica si consiglia di rivolgersi a un medico che operi solo tramite la verifica strumentale delle sequenze nutrizionali e delle terapie associate proposte al paziente. Sequenze nutrizionali basate solo sull’esperienza del medico, senza verifica strumentale della composizione corporea e degli altri parametri sono caratterizzate da imperfezioni metodologiche non necessarie. Il trattamento in nutrizione clinica del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale. Al contrario la nutrizione clinica stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Farello, Roma