Osteoporosi e nutrizione clinica

Osteoporosi e nutrizione clinica

osteoporosi
osteoporosi

La nutrizione clinica è utile nell’ osteoporosi per applicare le strategie alimentari idonee a evitare un eccesso di acidita metabolica. Per osteoporosi si intende una malattia per cui lo scheletro diviene fragile e dunque soggetto ad un maggiore rischio di fratture. La fragilità avviene in seguito alla diminuzione di massa e alle modificazioni della microarchitettura delle ossa. Si distingue una osteoporosi primaria da una osteoporosi secondaria ovvero quella che appare come sintomo correlato ad un’altra patologia. L’ osteoporosi primaria evidenzia un aumento di incidenza considerevole rendendo la prevenzione di questa patologia essenziale per il singolo come per i piani di sanità pubblica. Le linee guida di medicina convenzionale per l’ osteoporosi basano l’approccio a questa malattia prevalentemente sull’assunzione di calcio e vitamina D, estrogeni, bifosfonati. Non è raro, purtroppo, che queste strategie terapeutiche non ottengano i risultati sperati, principalmente a causa di situazioni endocrino-metaboliche che possono limitarne l’efficacia. La struttura ossea è composta da tessuto connettivo fortemente mineralizzato, attraversato dai necessari dotti sanguigni e linfatici. Della sostanza organica presente nell’osso, costituita in gran parte da collagene, fanno parte anche le cellule ossee, coinvolte nella varie fasi del metabolismo osseo. Queste cellule si suddividono in due fondamentali categorie:

1) Osteoclasti, cellule responsabili della scomposizione ossea
2) Osteoblasti, cellule responsabili della composizione ossea

Il prevalere dell’attività di una delle due tipologie di queste cellule è il principale fattore in grado di differenziare le fasi di crescita, mantenimento rimodellamento o demineralizzazione dello scheletro. Il massimo livello di densità ossea è solitamente raggiunto intorno ai vent’anni d’età, mentre dopo i trenta inizia di norma la sua diminuzione. Il rimodellamento osseo non solo è funzionale alla rigenerazione del tessuto ed all’adeguamento della struttura scheletrica alle sollecitazioni meccaniche a cui sia sottoposto, ma è altresì implicato nell’omeostasi del calcio, trovandosi nel tessuto osseo la principale riserva di calcio dell’organismo. Il rimodellamento efficiente della struttura ossea dipende da fattori metabolici, endocrini connessi alla costituzione genetica, alle malattie sofferte e alle abitudini di vita. La nutrizione clinica in questo concerto di variabili assolve ad un ruolo rilevante, perché fornisce sia i costituenti del tessuto osseo, la loro biodisponibilità e predispone alle varie attività di rimodellamento prevenendo o trattando osteoporosi. L’equilibrio con il calcio ione libero nel plasma non è tuttavia l’aspetto prevalente da considerare, perché il tessuto osseo riveste un ruolo fondamentale nel bilanciamento del pH corporeo, costituendo di per se un sistema tampone contro l’ acidosi. La decalcificazione prodotta al fine di preservare il pH corporeo può ovviamente portare all’ osteoporosi e ad ipercalcemia. La carenza di sistemi tampone e una dieta acidificante contribuiscono significativamente con gli altri fattori all’insorgenza della osteoporosi. Gli alimenti si distinguono tra acidificanti e basificanti a secondo della loro particolarità di indurre nel processo digestivo un eccesso di acidi o di basi. Una carenza di sistemi tampone pertanto attiva direttamente processi osteoclastici ovvero di impoverimento di massa ossea, con lo scopo di tamponare tramite tale processo una iperacidità metabolica.

La nutrizione clinica contribuisce in modo significativo alla prevenzione di una situazione metabolica iperacida. Il metodo permette infatti di misurare strumentalmente la situazione del metabolica del paziente tramite l’analisi di composizione corporea. Inoltre la sequenza nutrizionale prescritta al paziente cono osteoporosi viene corretta terapeuticamente a PRAL (Potential Renal Acid Load) negativo. Si tratta di una sequenza nutrizionale iperalcalina, tale da ribilanciare per un arco temporale strettamente monitorato, una concausa importante della malattia osteoporosi. Il trattamento con nutrizione clinica della osteoporosi viene integrato da sistemi tampone assunti per bocca nella misura indicata dalla strumentazione.

La nutrizione clinica oltre a rappresentare un presidio per la terapia è anche uno strumento di prevenzione importante. La nutrizione e la cura sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici. Il trattamento tramite nutrizione clinica è integrativo di altri strumenti di terapia. La nutrizione clinica richiede, esami strumentali, valutazione dei sintomi e delle cause, diagnosi, conoscenza dei rimedi adatti al paziente, conoscenza di tutte le altre forme di terapia per la quali la nutrizione clinica possa costituire alternativa o integrazione. Pertanto somministrare nutrizione clinica è atto medico e deve essere esercitata da un medico competente. Per la nutrizione clinica si consiglia di rivolgersi a un medico che operi solo tramite la verifica strumentale delle sequenze nutrizionali e delle terapie associate proposte al paziente. Sequenze nutrizionali basate solo sull’esperienza del medico, senza verifica strumentale della composizione corporea e degli altri parametri sono caratterizzate da imperfezioni metodologiche non necessarie. Il trattamento in nutrizione clinica del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale. Al contrario la nutrizione clinica stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.

Dott.Fabio Farello, Roma